L’ultima esibizione del “nonnetto” impettito e borioso nell’arena di “Servizio Pubblico” è stato un momento di spettacolo imbarazzante.
Non sono certo una fan di quel pessimo esemplare umano, per la sua moralità praticamente declassata ad istinto predatorio e per la sua incredibile capacità di risvegliare negli altri le più becere inclinazioni a delinquere, ma… assistere al suo “elogio dell’Io” incapace di comprendere il sottile gioco di dileggio del conduttore e dei presenti, mi ha messo in imbarazzo.
La falsa leggerezza del gigionesco “scherzo” nei momenti di difficoltà e il corrispondente “si, vabbè, ha ragione lei” che sottintendeva un “con i rincoglioniti non ci si ragiona” sono stati motivo di fastidio più che di divertimento.
Petto in fuori, anzi pancia in fuori, mento sollevato e orecchio enorme in primo piano per la posa “di tre quarti”, seduta falsamente rilassata, sguardo a fessura, vena gonfia sulla tempia visibile a tratti nonostante il trucco, risposta pronta ma sempre prevedibile, tanto da rendere inutile l’ascolto. Ecco l’immagine.