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12 gennaio 2013

SPETTACOLO IMBARAZZANTE


spettacolo.JPGL’ultima esibizione del “nonnetto” impettito e borioso nell’arena di “Servizio Pubblico” è stato un momento di spettacolo imbarazzante.
Non sono certo una fan di quel pessimo esemplare umano, per la sua moralità praticamente declassata ad istinto predatorio e per la sua incredibile capacità di risvegliare negli altri le più becere  inclinazioni a delinquere, ma… assistere al suo “elogio dell’Io” incapace di comprendere il sottile gioco di dileggio del conduttore e dei presenti, mi ha messo in imbarazzo.
La falsa leggerezza del gigionesco “scherzo” nei momenti di difficoltà e il corrispondente “si, vabbè, ha ragione lei” che sottintendeva un “con i rincoglioniti non ci si ragiona” sono stati motivo di fastidio più che di divertimento.
Petto in fuori, anzi pancia in fuori, mento sollevato e orecchio enorme in primo piano per la posa “di tre quarti”, seduta falsamente rilassata, sguardo a fessura, vena gonfia sulla tempia visibile a tratti nonostante il trucco, risposta pronta ma sempre prevedibile, tanto da rendere inutile l’ascolto. Ecco l’immagine.


E quel tentativo gigionesco di ammiccare alla platea impartendo una lezione sul funzionamento pratico delle istituzioni con il conseguente trito e ritrito scarico di responsabilità, e le “scherzose” allusioni alla scuola frequentata (università o serali) da cui emerge un sottile disprezzo per un mondo dell’istruzione spesso migliore sia per la maturità che per l’impegno di chi lo frequenta, declassano ancor più la persona in questione.
L’apoteosi del cattivo gusto, poi,  è stata raggiunta nello sgarbato invito a lasciar libero il posto e  nella pulizia della sedia su cui era seduto Travaglio, quasi a significare che lo ritiene un escremento. (Per inciso la replica ad accuse e bugie è su “il Fatto Quotidiano” di sabato 12/1/2013)
Tutto ciò nel velato, e talora palese, scherno dei presenti, che hanno solo in parte controbattuto alle note travisazioni della realtà offrendo sponda al presunto trionfo di tanta “bassezza”, mentre, per quanto mi riguarda, ne traevo solo l’immagine di un allocco che, tronfio, si rotolava nella sua stessa melma, uscendone più piccolo e sporco di prima.
Imbarazzante, decisamente imbarazzante.
Il dì seguente gli “inni alla gioia” di tutti quelli che si nutrono al desco del partito  dimostrano che ognuno vede solo quello che vuol vedere, e che sono gente senza vergogna e senza pietà, o son solo dello stesso livello intellettuale del loro “padrone”.
Del resto similis simili gaudet ("ciascuno ama la compagnia dei propri simili")(Da "Consigli sulla felicità" di Schopenhauer).
Riusciremo mai a liberarci di loro e a conquistare quei livelli etici da “veri politici”  che in un lontano passato hanno  contrastato maleducazione e malaffare?

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Sarò felice di ricambiare la visita se me lo concederete.