Il problema che emerge più evidente nel momento attuale è che l’italiano medio è talmente concentrato su se stesso, sui propri desideri e necessità, da non accorgersi nemmeno di chi gli sta attorno. Il “prossimo tuo” ormai sta diventando solo una formuletta della dottrina cristiana il cui significato è diventato : “solo quelli che fanno qualcosa che ti serve o ti gratifica”.
L’italiano medio è esattamente come un adolescente, ma senza il limite genitoriale (ammesso che ancora esista), senza la giustificazione dell’età, senza la morale del branco (qualunque essa sia costituisce comunque una regola) : spocchioso, egoista, egocentrico, vittima prediletta dei venditori d’immagine, facile alla rabbia come agli entusiasmi, ma soprattutto convinto del suo diritto di avere tutto, che la ragione sia dalla sua parte e il torto sia di chiunque lo contrasti. La cosa peggiore è che questo induce alla totale indifferenza verso i problemi altrui.
L’italiano medio segue i talk show televisivi e si lascia convincere dagli strilli della gallina di turno che giura che il gallo ha fatto l’uovo. E di questo periodo sembra che i galli si siano coalizzati per vendere le uova fatte da loro, personalmente di persona, indicando con la forza del chicchirio e della sfida a petto gonfio il ladro della primogenitura.
Non mi piace mangiare pollo perché sono animalista, ma in questo periodo comincio a ripensarci… magari per regalarli a chi non ha da mangiare dopo la soddisfazione di aver tirato loro il collo. Si, perché questi uccelli non fanno parte del mondo animale, quindi niente sensi di colpa.
-“Ho ascoltato finora senza interrompere, ora non mi interrompa lei!”. Questa frase gareggia nelle trasmissioni televisive al premio di “Frase più ripetuta” in concorrenza con “detto questo” e “ora concludo”( naturalmente senza concludere mai). Non è ormai più possibile contare gli errori nel campo delle concordanze dei tempi verbali perché si è rotto il contatore per l’uso eccessivo.
Il vuoto totale delle argomentazioni nei contraddittori tra galli e galline è poi la caratteristica dei talk show che, sommato alla sovrapposizione vocale, rappresenta egregiamente il suono di un aia soggetta all’attacco di una volpe, impersonata dal conduttore di turno.
A vivacizzare la situazione della fattoria è arrivato “in città” un nuovo “incantatore di serpenti”. Ha abiti più moderni del pifferaio e un flauto anziché un piffero (riferimento al pifferaio magico ). Anche la musica che suona è più moderna, ma il fine è sempre e comunque quell’incanto che faciliti il lavoro ai borseggiatori.
E l’italiano medio ci casca, si esalta nella speranza di far frittata d’uova di gallo per riempire il piatto vuoto, e va danzando sulle note della nuova musica.
Questo è il fulcro del problema.
Ma il mercato promesso è sempre in altro luogo, e nella fatica della danza e della fame le gambe cedono, così, mentre gli imbonitori tronfi e rubizzi festeggiano, la rabbia cresce e il suo limite non esiste più.
Ho letto con interesse quanto scritto sopra . A parte i concetti con cui concordo appieno mi è piaciuto lo stile "tranquillo" con cui sono stati esposti. Mi sono trovata iscritta a commentare Gus Omar. Non è possibile avere un dialogo, per cui quello che ho letto è un piacevole sorso di acqua fresca.
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