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29 maggio 2014

LO SGUARDO

In questo periodo di elezioni europee l’attenzione è focalizzata su di un vuoto riempito di parole che vendono promesse come fossero merci.
Parole gridate, discorsi contro, ideali adattati alle presunte esigenze delle platee.
L’io è messo davanti al voi, come sempre.
L’interesse del gruppo ristretto che prevale su quello della collettività.  Fino al cadere nel ridicolo del “dentiere a prezzo scontato”.  A “me” i soldi ed il potere, a voi uno sconto sulle dentiere!
Poi, come sempre, trionfalmente viene proclamato che i successi “sono opera mia” e gli insuccessi “solo colpa tua”. Lo sport preferito da troppi : lo scarico di responsabilità.
Quello che viene venduto è la speranza, una merce che ormai ha sempre meno acquirenti.

Troppi anni di promesse  non mantenute, di manovre truffaldine a scapito dei deboli per l’interesse venale di pochi, ha ucciso ogni aspettativa.
Si spera a questo punto con rassegnazione o non si spera più.
Un’operaia si è suicidata. Era in cassa integrazione e viveva da sola. «Non si può continuare a vivere per anni sul ciglio del burrone dei licenziamenti», ha scritto. Ma questo non interessa a quanti hanno potere decisionale.
Centinaia di vite vengono spezzate ogni giorno per i più assurdi motivi, ma quello che li accomuna è la sopraffazione di uomini su altri esseri viventi e chi paga il prezzo più caro è chi è più debole.
Nel nome di un credo, di un Dio, di un’usanza, tutte dettate da uomini  e da uomini interpretate, viene imposta con la violenza la volontà di alcuni, che hanno il subdolo intento di affermare il proprio potere e ricavarne un utile.
Non riesco a dimenticare lo sguardo di Gino Strada durante i suoi interventi a “Servizio Pubblico”. Le sue parole scagliate come pietre contro l’ingiustizia di un potere che esalta la disuguaglianza, che sacrifica i popoli in nome di una pretesa civiltà democratica, proferite con la voce sommessa e ferma di chi conosce la verità dei fatti.
Nei suoi occhi c’è il dolore per l’ingiustizia, per la cattiveria, per la stupidità dei conflitti, che colpiscono sempre i deboli, quelli che non hanno colpe.
Qualcuno risponde di tanti bambini morti in questi anni?? … Non morti per malattie,…ma per pallottole, per schegge, per mine…”
Il volto impallidisce, e lo sguardo si fissa nel nulla, in un nulla pieno delle immagini che hanno riempito la sua vita in Afghanistan.
E continua con la denuncia del comportamento della politica degli stati “cosiddetti democratici” di assoluta indifferenza per l’esistenza delle persone in nome di un obiettivo comune: l’interesse di chi già è ricco.
“Qualunque politico spenda miliardi in questo momento per comprare un F-35 è un cretino. Non sanno nemmeno dov’è l’Afghanistan. Al Tg1 annunciarono che le nostre navi erano al largo delle coste afghane. Ma quando cazzo mai c’è stato il mare in Afghanistan. E l’Italia approvò la partecipazione alla missione statunitense contro il parere dell’Onu”…“I nostri politici sono esperti di balle. Prima dicevano fosse una missione di pace, ora finalmente dicono ‘siamo in guerra’”
Ed i suoi occhi diventano bui, pieni della rabbia repressa per le iniquità che ben conosce, per  l’illogicità di tante scelte politiche, per l’ingiustizia sociale che destina il danaro ad acquisti d’armi mentre i deboli muoiono di fame o di malattia in assenza di quell’assistenza che i governi dovrebbero garantire.
Le sue parole sono le mie. Il dolore e la rabbia di quello sguardo li condivido.
Il disprezzo per quegli uomini che difendono la sopraffazione delle guerre e non vogliono (o possono) poi spiegarne l’utilità lo sento anch’io, ed è lo stesso disprezzo che io sento nei confronti di quella gente che rivolge la sua rabbia verso i diseredati che fuggono dai conflitti e dalla fame invece che verso tutti coloro che per avidità e ignoranza hanno provocato le condizioni in cui sono.
E per chi sfrutta questa insensibilità dettata dall’ignoranza per raggiungere i suoi fini provo un odio lacerante.

(Da Servizio Pubblico, Gino Strada vs Mauro: “E’ come discutere con l’aspirapolvere”

Ferocissimo scontro tra Gino Strada e Mario Mauro sulle spese militari in Italia e sull’accordo con la Nato. Il medico di Emergency chiede polemicamente: “Chiedo all’ex ministro: ‘Da chi dobbiamo difenderci?’ E poi mi piacerebbe sapere che un ministro ad un anno dall’acquisto di un F35 mi spiegasse come è stato usato, dov’è”. Mauro ribatte: “Cina, Giappone. Ma noi esercitiamo un ruolo insieme ad altri. Noi pensiamo di poter gestire le vicende del mondo. Le spese militari in Italia sono calate del 19%, a differenza degli altri Paesi. Negli Usa sono aumentate”. E aggiunge: “Noi non siamo schiavi degli Usa, siamo alleati”. Strada insorge: “La Costituzione dice che l’Italia rinuncia alla guerra, la cui decisione spetta solo all’Onu. L’Italia invece ha sempre ignorato le risoluzioni dell’Onu. La Nato non è niente. A cosa serve?”. Mauro non ci sta e si infuria: “Di cosa sta parlando? Parla di Afghanistan dove si uccidono negli stadi?”..…Mauro accusa Strada: “Stai zitto, fantasma!”. E il chirurgo di Emergency sbotta: “È come discutere con l’aspirapolvere, questo non sa nemmeno dove cazzo è l’Afghanistan”.)

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