Nella mia “breve” esistenza di settantenne suonata (anche in
senso figurato) ho vissuto in cinque regioni d’Italia, quindi a contatto con
decine di dialetti, visto che spesso in comuni dello stesso luogo ci sono
“varianti” anche notevoli. Mettiamoci poi quello paterno e quello materno, che
non sono di località in cui ho vissuto, e ne otteniamo una “poliglotta”.
Ho appreso sempre con curiosità le lingue del luogo e osservato
le loro differenziazioni, e mi sono accorta che i termini più di impatto e più
differenti sono quelli legati a cose d’uso comune.