Si, sono diventata profondamente intollerante, anzi direi quasi razzista, nei confronti di chi continua a difendere i comportamenti aberranti della gente, specialmente se “personalità pubbliche”, con un fondo sospetto di ammirazione per la fantasia delinquenziale con cui vengono perpetrate, o per personale interesse.
La profonda mancanza di rispetto sia per l’intelligenza altrui, che per le difficoltà affrontate dagli altri nella vita quotidiana, fanno classificare molti di questi personaggi in una “classe” biologica appartenente ad un ceppo sotto culturale, cioè inferiore.
“Rispetto”!
Questo è il punto fondamentale.
La società è ammorbata, o addirittura avvelenata, dalla diffusione della cultura del “no limits” applicata dai media, e dall’esaltazione della personalità negativa alla quale tutto è lecito.
Mi trovo spesso in imbarazzo davanti a comportamenti arroganti e volgari nei talk show, ed anche la satira spesso scade nella grossolanità che offende la sensibilità individuale.
Tutto quanto avviene intorno a noi è l’essenza dell’individualismo.
Non c’è più attenzione per chi ci circonda, non esiste più quella cintura di salvataggio del nucleo familiare e sociale del “vicinato” e degli “amici” che ha permesso la sopravvivenza in situazioni di estrema difficoltà.
Oggi siamo soli e la compagnia della tv o anche del pc non offre quella relazione empatica che permetteva di superare i momenti di crisi.
Il futuro oggi appare molto buio.
La sopravvivenza della specie, istinto naturale, non è più forte come nel passato, probabilmente per normale evoluzione.
Allora nella vera solitudine del disinteresse sociale il futuro diventa una condanna e la sua negazione diventa un atto d’amore.
Così succede che :
“Busto Arsizio (Varese), donna lancia due figli piccoli dal 3° piano: era depressa”
“Palermo, poliziotto spara al figlio e si uccide: bimbo morto in ospedale”
“Tragedia a Bergamo, mamma uccide la figlia di un anno e mezzo poi si suicida - domenica 21 aprile 2013”
E’ la perdita della speranza, la morte dei sogni, la disperazione senza sponde.
Ed è proprio in questa situazione che le colpe di chi “conduce le danze” privo d’ogni scrupolo e d’ogni comprensione diventa delitto.
E per tale delitto non esiste pena sufficiente.
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