Caro Einstein, nella tua famosa citazione sulle cose
infinite hai dimenticato la paraculaggine della classe politica italiana.
Sinceramente non trovo parola diversa per definire il
comportamento dei cosiddetti legislatori visto che ne “infilano” una dietro
l’altra e non ci credo nemmeno se mi pagano che lo facciano per dabbenaggine.
Fanno un decreto e subito lo smentiscono con
dichiarazioni tipo: “Scusate abbiamo scherzato! Però intanto pagate che poi vi
rimborsiamo… forse… o forse no… ”… intanto ci hanno provato!
Emanano una normativa e non si accorgono (?) che è in
contrasto con quella precedente se non addirittura incostituzionale.
Promulgano decreti “omnibus” in cui infilano di tutto
e di più per poi dire, se scoperti, “Oops! Non lo sapevo che..”. (Cioè.. neppure
l’hai letto o non capisci quello che leggi?)
Il punto fermo è in tutti i casi che vince chi ha più
forza nella voce o peso “negli amici”. Vedi il decreto sulla restituzione delle
somme percepite dagli scatti d’anzianità dei docenti, che come importo da
recuperare in totale vale meno di mezzo F-35 (se non ho capito male) e il
ministero della finanza ha gentilmente detto al ministro della P.I. “…
ciazetaduei tuoi come li rimedi, però dal tuo portafoglio devono arrivare, la
cazzata della retroattività ormai è fatta dunque …”. Ed ora si attende la
stangata per i bilanci delle scuole pubbliche, perché alle private non
toglieranno neppure una lira, ci scommetto!
Già! Perché il vero punto di forza irrinunciabile e
intangibile della nazione è nella difesa, che deve essere in
grado di reagire
all’arrivo degli ufo che stanno per invadere il pianeta, (lo sappiamo tutti
no?), l’istruzione invece non difende nessuno, anzi danneggia “il popolo”
perché gli permette di capire quanto siano grosse e inutili nei confronti della
malattia le supposte che prescrivono i medici del governo.
Poi ci sono le boutades che servono per deviare
l’attenzione dal fatto che nulla è possibile fare, come il sondaggio su “La
scuola che vorrei”.
Mccheffai? Prendi in giro? Questo direi io. Usando
magari un termine meno educato.
Questa povera, povera scuola! (link ad un post del 2010) Distrutta mattone su mattone dalla sfilza di
incompetenti arroganti passata negli ultimi trent’anni (con qualche breve
eccezione, ma breve!), e tenuta su da migliaia di persone che, nonostante tutto,
credono ancora nel loro lavoro.
La scuola che vorremmo? Ma santa papera! Come se i mali della scuola
non fossero ben noti!(link ad articolo pubblicato on line nel 2006!)
Potrei elencare decine di miei scritti sulle puttanate
fatte nel tempo dai vari “riformatori”, la cui regina è stata la riformatrice
per eccellenza, M.me gelmini (minuscolo voluto), colei che ha sempre
interpretato “d’istruzione” come “distruzione” agendo perciò adeguatamente.Ma
sono stanca!
Tanti anni fa, durante uno dei corsi di aggiornamento
frequentati, una psicologa ci chiese di trasformare in un’immagine grafica il
concetto di insegnante che avevamo di noi stessi ed io disegnai una finestra
spalancata su di un mondo fantastico e fantasioso.
Ecco la scuola che vorrei. Una finestra aperta a cui
far affacciare i ragazzi, tenendo per mano chi ha paura dell’incognito,
mettendo sotto ai piedi di chi non arriva al davanzale uno sgabello o
sollevandoli di peso, indirizzando lo sguardo dei più curiosi agli angoli più
difficili da vedere, e quello dei più deboli
verso le forme di base.
Ma per far questo ci vuole cuore ed intelletto, due
caratteristiche che la società dei rapaci ha sepolto sotto la melma
dell’interesse personale e dell’avidità.
..” E
Tu, Ministro della Pubblica Istruzione, Tu che riempi la Tua bocca di parole
altisonanti, Ti sei mai calata nella realtà che mille e mille di noi, stupidi
esseri Umani, Insegnanti di professione, armati solo della nostra
Disponibilità, della nostra Sensibilità, e dei nostri Valori, viviamo giorno
dopo giorno, per dare un futuro a quelle menti che hanno il diritto di
sbocciare liberando ingegno e creatività.
Tu che allevi i tuoi figli con l’aiuto
di personale specializzato, e li mandi a studiare all’estero, per preparare il
loro futuro in una bolla dorata, Ti sei mai “sporcata le mani” raccogliendo le
lacrime di un ragazzino in crisi di disadattamento, o ti sei mai
metaforicamente pulita la faccia dallo sputo di un genitore che ti accusa di
qualsiasi delitto?
Hai sempre scelto gli interlocutori per
i tuoi comizi e per le tue collaborazioni, senza ascoltare chi ha maturato
un’esperienza pluriennale con la parte più critica della popolazione
scolastica, e, nella logica utilitaristica di chi non ha mai guardato oltre li
muro del suo giardino, hai scelto di riportare la società a due gruppi distinti
: i nobili ed i servi della gleba!
Io, profondamente serva della gleba, ma con la cultura di
un nobile e la forza di gigante, percorrerò l’ultimo tratto del mio cammino a
testa alta, fiera di aver generato una figlia a cui ho trasmessi i miei valori,
e di aver contribuito a rendere liberi tanti Uomini, perché ho insegnato loro a
pensare, e con questo a scegliere, anche di avere un cuore.”
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