Frase attribuita a Maria Antonietta e riferita al popolo francese affamato.
o «Spesso nelle famiglie farsi una casa è considerata una priorità rispetto al dare un adeguato capitale umano ai figli».
Frase del ministro del Lavoro, Elsa Fornero a Torino riferita alla crisi dell’istruzione.
Il motore del pensiero mi pare simile : due persone che non hanno idea di come sia la vita delle famiglie in cui entrano sempre meno risorse a fronte di spese sempre maggiori.
L’istruzione dovrebbe essere gratuita o a basso costo e pubblica, ma i tagli nelle risorse son solo per quest’ultima.
Il dettato costituzionale del “senza oneri per lo stato” riferito alle scuole paritarie è stato ed è ampiamente disatteso, mentre dall’alto della “cattedra” il ministro pontifica in merito alle scelte tra un mutuo, spesso ad interessi da strozzini, e far proliferare chi garantisce che “pagando s’impara”, magari all’estero.
Il dettato costituzionale del “senza oneri per lo stato” riferito alle scuole paritarie è stato ed è ampiamente disatteso, mentre dall’alto della “cattedra” il ministro pontifica in merito alle scelte tra un mutuo, spesso ad interessi da strozzini, e far proliferare chi garantisce che “pagando s’impara”, magari all’estero.
La scuola pubblica è da anni avvilita e denigrata. Non parlo solo della mancanza di fondi, ma mi riferisco soprattutto alla meschina immagine con cui son indicati gli insegnanti.
Fannulloni e la definizione più benevola. Eppure generazioni intere hanno trovato il punto di riferimento più significativo in un docente, dalla maestra elementare al professore delle superiori.
Certo non tutti i docenti son “S. Francesco che sa parlare agli animali”, ci son anche quelli che personalmente metterei sul rogo, ma se si continua a pigliare a calci nei gioielli di famiglia qualcuno, anche il santo di turno s’inca..vola e molla.
Quelli che non mollano mai, invece, son loro, i politici, che non rinunciano neppure alle briciole sul loro tavolo:
· Dodici (12 !!) milioni di euro per i massaggi benessere ai deputati (grazie a un fondo integrativo specifico nella rendita dei parlamentari fino a un tetto massimo di 1860 euro l'anno ciascuno...)
· Il Parlamento spende un milione di euro per le agende (la Camera ha predisposto un bando da 1,2 milioni di euro a valenza triennale da qui al 2015. Il costo? Un milione di euro iva esclusa.)
· Bossi: “Non c’è un reato, quel denaro è nostro. Un partito può buttare i soldi dalla finestra”
Arroganza supponente!
Io direi che : “quel danaro è anche mio e se lo butti dalla finestra sei da mettere in galera e buttare la chiave”!
Perché quel danaro potrebbe garantire a quelle famiglie che portano a mangiare alla sera presso le mense dei poveri anche i bimbi la dignità di un pasto familiare.
E poi quanta sfrontatezza e dissolutezza c’è nelle loro spese…
Milioni di euro nostri per far grattare la rogna dalle terga di quei palloni gonfiati!
Milioni di euro nostri per quegli illetterati (non azzeccano una concordanza verbale neppure per sbaglio!) e per un numero di agende tale che è chiaro come siano destinate anche a schiere di “amici”. Sbaglio o hanno già in dotazione PC di ultima generazione? E allora che se ne fanno delle agende? …
Per coprire questi sprechi si spremono i poveri senza "santi in paradiso" e senza privilegi.
Le “fondazioni” bancarie, con la scusa che sono onlus, sono esonerate dall’Imu i vecchietti in casa di riposo no.
Si! Onlus della banca, che con la destra offre briciole di pane e con la sinistra ti leva anche la camicia.
I vecchietti invece sono solo pesi sul groppone dello Stato quindi devono restituire il favore.
Ma da parte del "governo dei sobri" c’è un continuo richiamo al “confronto civile”,
… il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo ha commentato le contestazioni avvenute sabato scorso a Torino. «In realtà erano poche persone e molte di queste venivano dai centri sociali. C'è apertura all'ascolto, purchè fatto nei modi civili»…
..ma la civiltà è anche nel rispetto delle regole che chi ha il potere non rispetta, è anche nella salvaguardia dei diritti dei deboli che vengono metodicamente calpestati, è anche nella distribuzione del carico dei sacrifici tra tutti i componenti della società in modo proporzionale alla capacità di sostenerlo e non esonerando dallo sforzo chi ha il “potere di sottrarsene”.
Cari signori, non sono “pochi giovani dei centri sociali” ad essere arrabbiati, sono tutti coloro che si sentono offesi dalla vostra alterigia e dalla vostra presunzione, e molti di questi hanno una cultura pari alla vostra, e superiore a quella dell’imboscato re degli “sfigati se non si laureano prima dei 28 anni”, ma hanno soprattutto la forza della loro umanità che li conduce alle spalle dei “pochi” in difesa dei deboli e del futuro.
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