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23 luglio 2012

MONDI PARALLELI


Lili pensosa.JPGNon è più certo che questo universo sia l’unico esistente, come ormai è certa al frammentabilità dell’atomo, così chiamato nel passato dal greco “τομος - indivisibile”.
La scoperta della particella capace di “addensare” le varie forme di partenza per farne poi le basi della materia a noi nota, (link raccontino), ha reso più verosimile l’ipotesi di una realtà spazio-temporale stratificata con “buche” di transito per viaggi nel tempo e nello spazio.
Io penso di esserne una dimostrazione.
A “mia insaputa” son caduta in una buca ed ora mi ritrovo in un mondo parallelo a vivere le stessa vita di prima, ma circondata da una società che non riconosco.
La gente parla dagli schermi tv sparando cazzate a raffica in contraddittori ad aggressione reciproca, discutendo se sia meglio legalizzare o meno le unioni gay, oppure se usare i pochi fondi rimasti dopo la rapina sistematica di un branco numeroso di delinquenti, non condannabili per cavilli legali o leggi ad personam, per acquistare armi o istruzione.
C’è chi difende a spada tratta la vita di un ammasso di cellule e poi gira le spalle a chi non ha modo di sopravvivere. Anzi, con indifferenza, mette in primo piano discussioni accademiche su opportunità politiche (voto anticipato, primarie,  alleanze, ricandidature..) e in secondo, anzi terzo piano  il continuo olocausto di poveri e migranti.
E poi ci sono i bigotti scarsi d’intelletto e incolti.politica, istruzione,morale,ecclesiastici,parroco,
Un piccolo parroco di paese, tal don Marco, si spertica ad affermare che «La bocciatura è come il peccato», cioè merita l’inferno, anche se “casualmente” lo stai già scontando in quest’esistenza che vivi!
Non è un “peccato” che le riforme insensate abbiano distrutto il sistema dell’istruzione sottraendo tutte le forme di supporto a chi è in difficoltà.
Non è un peccato che molti non abbiano un tetto sicuro e da mangiare perché privati del lavoro da una casta rapace e insaziabile.
Non è un peccato che sia sempre più spesso tradita la fiducia dell’infanzia da parte di predoni travestiti da amici (frequentemente con l’abito talare).
Peccato è non applicarsi nello studio, invece.
E’ assolutamente normale “caro don Marco” che un bambino o un adolescente non abbia voglia di studiare e preferisca dedicarsi al gioco (naturale forma d’apprendimento dell’infanzia, preparatoria alla realtà futura, per cui son essenziali i rapporti sociali tra coetanei) e sia compito dell’insegnamento rendere i percorsi più gratificanti (e non più facili !!), ma per far questo non si possono tagliare classi e personale docente, come stanno facendo.
politica, istruzione,morale,ecclesiastici,parroco,
E lo spettro del “peccato” non ha presa sui ragazzi, abituati ormai alla crudeltà propinata quotidianamente da ogni tipo di piccolo schermo.

L’inferno per loro è essere rifiutati dal gruppo. Non la caldaia fiammeggiante di Lucifero.
E molti quest’inferno lo vivono di già, privati della mediazione dell’adulto che, in famiglia, è sempre più distratto dai problemi e dai falsi totem della vita odierna, e nella scuola è stato costretto a scelte di produttività e demotivato  dal disprezzo di chi crede nel danaro più che nella conoscenza e nella cultura.
“Peccato” è una parola che mi riporta un ricordo d’infanzia.
Andavo a scuola dalle monache (una vita fa!) e per maggio, “il mese della Madonna”, mi avevano fatto fare 
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una coroncina con delle perline di due tipi, 10 più piccole e 10 più grandi, azzurre naturalmente, e messe in modo da scorrere sul “filo-binario” così da risultare una sorta di contatore. Servivano a contare i “fioretti”,
cioè le piccole rinunce. Ogni 10 piccole perle spostate si muoveva una grande e, alla fine dei 100 fioretti, veniva garantito come “premio” che al momento della morte, pur se in peccato mortale, destinazione inferno dunque, sarebbe arrivato un “salvatore” che ci avrebbe condotto verso il paradiso.
Ricordo chiaramente come “mi sia sacrificata” per l’accumulo di indulgenze, e al raggiungimento della meta io abbia espresso questo pensiero : “Adesso posso fare quel che mi pare tutta la vita tanto alla fine mi salvo!”.
E a quei tempi ancora c’era tutta l’ingenuità del modo nell’infanzia. Cosa che oggi non c’è più grazie a questo mondo parallelo che ha perso con tanti valori anche il candore dei suoi bimbi.

P.S. - La signora ministro del Lavoro ha detto : «Il lavoro che mi è stato assegnato è sicuramente un lavoro da uomini. Mi hanno chiesto di intervenire duramente, È stato necessario».
Se intendeva dire che le è stato assegnato il compito di sodomizzare un intero popolo, con l’eccezione solo dei suoi sodali, mi trova completamente in accordo e devo ammettere che ha fatto davvero dei miracoli.

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