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9 marzo 2014

SPERO, PROMITTO ET JURO


 “Spero, promitto et juro vogliono l’infinito futuro”.
Dai miei ormai lontani ricordi di scuola è venuta a galla questa regola del latino perché, a questo punto, l’Italia sta affogando in questi tre verbi profferiti ad ogni istante per dimostrare buona volontà, lena e coraggio ed infondere fiducia…si, fiducia…
Ma quale fiducia è ormai più possibile se anche a livello della lingua dei nostri “padri” son solo indicazioni di un “infinito” futuro?
La “mia scuola”! La “mia povera scuola”! Usata come palco dall’ultimo arrivato!
E quello splendido gruppo composto da “idioti interessati” e “idioti e basta” usa addirittura una vetero-usanza, quella della canzoncina ad personam cantata dai bambini,  per disporsi a tappeto ai suoi piedi. 
Il Furboide di turno non è andato a visitare la scuola in cui piove dentro.
Non è andato in quella il cui soffitto è crollato.
Fa più immagine spiegare a dei bimbi in grembiulino immacolato in una scuola tirata a lucido che “facebook non vale un abbraccio” e poi illustrare che ci saranno… si, ci saranno, (al “futuro”), son pronti e ci saranno, stanno arrivando… (son anni che son li, pronti per essere promessi).. i soldi e tanti, tutti per la scuola, che intanto si arrangia come può visto che arriveranno, promesso al futuro, e se non se li mangeranno i ladri ai vertici delle piramidi di cui la scuola purtroppo è la base!
Questa società dell’immagine vende speranza ad un futuro che senza una buona educazione e con poca cultura resta senza speranza.
Ormai l’immagine è diventata merce. Per ottenere qualcosa devi andare in tv e piangere o urlare. Allora le tue disgrazie fanno notizia e se sei svelto ad approfittare della luce dei riflettori forse rimedi qualcosa.
Il valore di una persona è connesso con due fattori : la notorietà ed il danaro.
Molti anni orsono era legato a ben altri valori : la rettitudine e l’onestà.
Oggi se sei ricco puoi commettere qualunque reato! Al limite compri la prescrizione. Poi, se sei ricco e potente è evidente che son gli altri che sbagliano nel giudicare.
Ed anche se sei noto hai una corsia preferenziale.
Due fatti dell’ultimo periodo mi hanno offerto un motivo di riflessione :
-       una persona viene investita sulle strisce pedonali da una star. Preoccupazione per la star e poche notizie sulla vittima dell’investimento ben più gravemente ferita. Solo in un secondo tempo c’è stata qualche notizia in più.
-       un tassista milanese morto per una banale lite (per un “quasi investimento” sulle strisce pedonali)  ha un angolo buio, quello della compagna del “colpevole” che per lo stress, esasperato dai media,  partorisce all’ottavo mese e della neonata che potrebbe averne delle gravi conseguenze. Ma loro infondo non fan parte di alcuna cerchia e perciò non sono importanti.
In ogni fatto che accade ci sono persone coinvolte loro malgrado. Ed è su costoro che ricade il dolore più profondo, quello dei senza colpa e senza diritti.
Spesso le conseguenze di un atto inconsulto sono che tutti i problemi che lo hanno generato vengono scaricati su qualcun altro che, a quel punto, non ha neppure più il diritto di piangere in pace, di continuare la sua vita com’era prima.
Ma la fatica di essere “nessuno” in questa società che vive di stereotipi e nell’ammirazione egoistica del proprio orticello non lascia speranza.

E’ l’infinito futuro che si allontana sempre più, e solo il ritorno all’esaltazione del “galantuomo” ed al disprezzo del “furbetto” e del “così fan tutti” del gregge dei disonesti può riavvicinare il futuro e quindi la speranza.

3 commenti:

  1. Un'analisi disincantata quanto lucida del nostro tempo.
    Però non abbandoniamo mai la speranza...
    Ciao Nina

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  2. Il furboide non è andato neanche nelle fabbriche, una delle tante in crisi, a dire le sue scemenze! Se n'è tenuto alla larga!

    Ciao Anna. Analisi perfetta della misera società in cui viviamo che, per quanto mi riguarda, è senza speranza. Non immagino cosa potrebbe accadere per invertire l'attuale tendenza al suicidio collettivo della ragione, oramai in atto da qualche decennio. Forse un cataclisma, una moderna pestilenza, non saprei immaginare altro. Credo, e forse l'ho già affermato, che saremo destinati a vedere questo mondo marcire lentamente, prima della nostra fine naturale. Credo saremo destinati a raccontare di un altro mondo, di altri modi di vivere e di considerare la vita e, soprattutto, ad esprimere tutto il nostro disprezzo verso quello che, come oggi, vivremo nel futuro. E' una società assurda, senza più valori sani, forza interiore, dignità. A differenza di Nina, la speranza l'ho persa da un pezzo.

    Un buon fine settimana a te e ciao.

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  3. Se potessi resettare i cervelli della massa umanoide lo farei senza rimpianti.

    Ciao Anna, in questo periodo mi sento come Eraclito e il suo Panta Rei, tutto scorre.

    Hai fatto una lucida cronaca del Tutto Scorre tra l'indifferenza della massa amorfa che ha portato il cervello all'ammasso.

    Guardo l'umanità che mi circonda e mi chiudo nel mio microcosmo, non voglio essere solidale con una umanità che non sa battersi per i propri diritti, il proprio diritto di esistere.

    Notte buona Amica Mia ;-))
    Tina

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Sarò felice di ricambiare la visita se me lo concederete.