I
TRE PORCELLINI NEGLI ANNI 2000
L’inverno era ormai passato
e quel mattino il sole primaverile entrava libero nella cucina della casa dalla
porta-finestra spalancata riscaldando l’aria piena dei profumi delle vivande
appena cotte, aggiungendo ad essi il classico odore di sole, così morbido e
pieno da fondersi perfettamente con quello del cibo.
Nella luce della finestra un seggiolone bianco e rosso
coccolava una bimba bruna, dagli occhi un pochino a mandorla, con al collo una
bavaglia a collare bianca e verde, e tra le mani un cucchiaio che luccicava nel
sole.
“Adesso la mamma ti
da la pappa, e ti racconta la favola dei porcellini ranocchietta mia!”
Allora......... C’erano
una volta Tre Porcellini che si
chiamavano Timmy, Tommy e Jimmy , che vivevano in una terra lontana, dove ci
sono tanti porcellini, porcelloni e semplici porci! Poi ci sono anche tante vacche, orsi, lupi e
così via.
In quella terra gli animali hanno imparato dagli uomini a
parlare e a comportarsi come loro.
I tre porcellini
vivevano insieme, perchè erano fratelli, ma non andavano d’accordo, litigavano
sempre come te e tuo cugino.
Timmy voleva sempre
guardare la televisione e non permetteva a nessuno di usare il telecomando,
Tommy portava sempre via i giochi dei fratelli e poi li lasciava in giro, così
la mamma sgridava gli altri per colpa sua, Jimmy era il più grande, il più
serio, e non sopportava il disordine nella sua stanzetta, ma la doveva dividere
con gli altri due disordinati, non ce la faceva proprio più!
Così un giorno,
stanco di tutto questo, fu proprio Jimmy che propose ai fratelli di costruire
ognuno una casetta ed andare ad abitare da soli, in questo modo tutte le lotte
sarebbero finite!
OH! Yesss! Disse
Timmy, che adorava il Surf e aveva sempre pensato ad una bella casetta sulla
spiaggia per andare sulle onde anche quando non c’era vacanza!
Tommy, invece,
adorava la campagna e non vedeva l’ora di starsene sdraiato giorno e notte
dentro ad un pagliaio, per sentire l’odore della paglia e del fieno, e
dell’erba bagnata. Era un’idea meravigliosa quella di dividersi, tanto i genitori
se ne erano andati via, vivevano con due nuovi compagni, la madre, al nord,
viveva con un verro grosso al doppio del papà, con un muso da porco che
sprècati!, ma chissà se sarebbe durata, visto che aveva due cosce da prosciutto
che facevano impazzire!
Il Papà se la faceva
a Tahiti con una scrofetta mezzo sangue,
che aveva la stessa età di Jimmy, e che gli prosciugava tutte le energie
tanto che ormai non era più adatto nemmeno a fare salami!
Anche Tommy era dunque d’accordo!
Jimmy avrebbe potuto
restare nella stalla dove erano nati, gli altri due pretendevano solo il danaro
per comperare un fazzoletto di terra e il materiale da costruzione per la
baracca e il pagliaio. I risparmi fatti dal fratello maggiore erano sufficienti
a soddisfare le richiesta dei due minori, quindi tutti tre si misero alla
ricerca del posto adatto.
La pianura in cui
vivevano aveva da una parte il mare e dall’altra delle splendide colline, sulle
quali era stata costruita la stalla. La strada, che scendeva a valle, aveva la
stessa forma della coda di Jimmy, e passava tra campi seminati a grano ed a
mais, alternati a boschetti di pioppi e betulle.
Tommy scelse una
piccola radura ai margini di un boschetto, poco lontano dalla strada, così non
avrebbe avuto difficoltà a raggiungere i fratelli, in caso di necessità. Il terreno era in vendita perchè il
precedente padrone si doveva trasferire in Francia, dove aveva ereditato una
fattoria con vigneto e cantina produttrice di champagne doc. Che c.. ! (pardon), fortuna per lui! D’altronde era uno che, figlio di immigrati
bretoni, per tanti anni aveva tirato la
cinghia per farsi quel po’ di terra, prima della fortuna, quindi nessuna
invidia! Felici per lui e per Tommy!
I fratelli
cominciarono a progettare e costruire un bel pagliaio, piano terra con pareti
laterali in tavole di legno e fascine di paglia, scala interna in legno e piano
rialzato in fascine, con tetto a cono, tutto in paglia scelta, trattata
antipioggia, con un’ampia apertura davanti, per poter guardare il cielo. Tavolo
sedie, letto, armadio, tutto di paglia di prima scelta, profumata all’essenza
di fieno! Una vera sciccheria! Perfino
le tende erano state tessute a mano con fili di paglia di Firenze. Le ragazze
sarebbero state felici di visitare ( si fa per dire) quel meraviglioso luogo,
per rotolarsi nella paglia profumata! Poi, come non plus ultra, c’era una
stanza da bagno con una vasca piena di fanghi curativi, ed una doccia di
polvere antiparassitaria al profumo di campagna in fiore!
I Lavori furono
lunghi e faticosi, perchè Jimmy era un perfezionista, ed i fratelli non si
sprecavano certo, quindi il più era sulle spalle dell’unico dotato di buon
senso. Aveva provato a far capire a Tommy che forse una base in muratura e
cemento armato avrebbe reso il tutto più stabile e sicuro, ed un tetto in
tegole avrebbe riparato meglio specie
durante l’inverno, ma chi lo ascoltava? Non certo quella testa calda di Tommy,
che sognava solo di rotolarsi nella paglia con la sua ultima fiamma! Ed allora ...sia
fatta la volontà dello stolto!
Finito il pagliaio, e
naturalmente inauguratolo con una festa adeguatamente sgangherata, e fuori dai
canoni, ( la musica a tutto volume aveva fatto scappare una famiglia di puzzole
che aveva la tana a cinque chilometri di distanza!), i tre fratelli partirono
per cercare il terreno su cui costruire la casa per Timmy.
La via principale
costeggiava una spiaggia poco frequentata, lunga dieci Km, il cui arenile era
soggetto a divieto di edificazione, ad esclusione di un’ area di soli due Km
quadrati, posta al confine tra due comuni vicini, che litigavano di continuo
per il possesso di quel territorio finendo per non concedere autorizzazioni
all’edificazione per tanto tempo che .. alla fine non le chiedeva più nessuno.
Jimmy, che conosceva
bene la storia, passò in entrambi i comuni, chiese l’autorizzazione
all’edificazione di una semplice baracca, (tre camere, salone, doppi servizi,
cucina abitabile e box auto), facendo capire all’impiegato che nell’ALTRO
comune gli era stato detto che quel LORO territorio era inedificabile, che però
lui era sicuro fosse loro, e così gli avevano detto che il terreno era di loro
pertinenza e poteva chiedere l’autorizzazione!
Entrambi i sindaci
firmarono la concessione, solo per dispetto all’altro e per affermare, con la
loro firma, il possesso della terra.
Insomma, tutto il mondo è paese, e tra i litiganti il porcellino gode
come un maiale!
Così, carte alla
mano, iniziarono i lavori di edificazione della baracca-villetta ad un piano,
con accesso diretto al mare!
Legno di prima scelta,
pavimenti in parquet, accessori bagno della Maial-Signori con vasca ad idromassaggio salino-fangoso ed
asciugatura tramite lampade solari a raggi-vino (quelli uva li usano solo i
maiali di seconda classe!). Naturalmente anche questa casa fu fatta senza murature,
perchè ci voleva troppo tempo per fare
delle fondamenta decenti, e la stagione del Surf si avvicinava.
All’inaugurazione
furono invitati i due sindaci che, sbronzi come due maiali, si scambiarono solo
bicchieri di vino, rum, tequila, amaretto di Saronno, limoncello, e
grappa, e finirono a dormire sulla spiaggia abbracciati
come amanti, dopo aver vomitato anche il pertugio finale dell’intestino. E, da
allora, furono amici per la pelle.
Così ogni fratello
ebbe ciò che voleva, e l’estate benedì con sole e belle maialine l’esistenza
dei tre porcellini, Timmy, divenne il più quotato surfista della zona,
ricercato dalle “ragazze” come un topolino da un branco di gatti affamati.
Tommy si fidanzò ogni
sera nella paglia, regalando sogni e numeri al lotto (10= Maiale, 32=Traditore,
27=Cretina, 9=Gravidanza, 80=Tragedia) che uscirono ben tre volte in un mese.
Quando furono
terminati gli impegni con i fratelli, Jimmy, rinforzò le fondamenta in muratura
della vecchia stalla, con l’aggiunta di pilastri in cemento armato sotto la
soletta del pianterreno, imbiancò tutte le pareti e, riarredate le camere dei
fratelli, si dichiarò alla Rosa, la porcellina che amava da sempre, e convolò
con lei a giuste nozze.
Ma il destino non
sempre è benevolo con chi si fa gli affari propri e...
Nella zona viveva un
lupo di nome Ezechiele, Lele per gli amici, un tipo ben conosciuto nella zona,
infatti possedeva le stazioni radio dei due comuni sopradetti, aveva costruito
un paio di quartieri nelle vicinanze delle città, aveva fatto urbanizzare tutta
la fascia compresa tra la città e i quartieri a spese dei comuni, aveva messo
suo fratello a capo delle più importanti compagnie commerciali della zona, e
suo cognato , uno strano individuo con la lingua saettante e biforcuta anche se
appartenente alla specie dei lupi, gli parava le terga con adeguate teste di
legno e con piuttosto costoso proselitismo ad ogni livello.
Anche a livello
politico era ben legato con cani e porci, per avere da ogni parte le migliori
occasioni per il proprio vantaggio. Molti ammiravano la sua innata capacità di
manovrare le situazioni in modo da averne il tornaconto migliore, ma si
trattava solo di incroci genetici, che della specie dei lupi avevano poco,
generalmente rimanevano loro solo le zanne , che però si cariavano
inevitabilmente con facilità, e il pelo dentro allo stomaco, che serviva a poco
visto che non riuscivano mai a saziare il loro appetito avendo i lupi il
monopolio della cacciagione.
Ezechiele aveva
sposato, in prime nozze, una lupa, conosciuta quando aveva ancora poco danaro,
anzi, giocava a comprare cose senza danaro e rivenderle prima di averle pagate,
spuntando un prezzo maggiore, in contanti, con cui sanava il debito precedente.
Una situazione ad alto rischio, che non sempre andava dritta, ma da cui egli
riusciva ad uscire grazie alle “amicizie” che aveva.
Da questa Lupa aveva
avuti più figli, ai quali aveva insegnato il gioco del “quello che dico io è
vangelo, altrimenti fuori o ti sbrano”. E la famiglia crebbe sana forte , ma
non felice, infatti Lele si era invaghito, dopo pochi anni, di una lupetta
smorfiosa, che girava per i set cinematografici, non molto colta, ma molto
sviluppata nelle parti giuste, così, dopo un divorzio, convolò con lei a giuste
nozze, e ci fece altri cuccioli che, tra scuole private e relazioni con altri
lupi con la puzza sotto il naso, crebbero talmente presuntuosi da debuttare in
società come lupi con il pedigree.
Pensare che ci fosse
nella contea qualcosa che Ezechiele non potesse dire suo, era quasi un’offesa
alla morale! Cose da maiali comunisti!
“....Quelli
vogliono tutto loro! Non vorrebbero che avessi il possesso di tutte le radio e
televisioni della zona, non parliamo dei giornali poi, loro dicono che son
tutti miei ed invece ne hanno uno anche loro! E su quello dicono male di me!”
diceva.
Era legato a doppio
filo con i politici del partito dei falchi, che si decoloravano le penne per
sembrare colombe, ma non sempre riuscivano a nascondere gli artigli, anche se
facevano tutti i giorni i gargarismi col miele per addolcire le loro voci.
Un giorno, passando con lo Yacht davanti alla spiaggia, aveva osservato
la baracca di Timmy, ed aveva pensato che su quella spiaggia avrebbe potuto
farci un bel villaggio turistico, con piscina, campi da tennis e ristorante a
sei stelle, molto esclusivo, così s’informò dal sindaco,suo compaesano e del
partito dei falchi, in merito alla proprietà.
“ Lo convinco io a
vendere! Poi ti do la percentuale e per il comune sarà un trampolino di
lancio!” disse al Sindaco del primo comune, che gli suggerì di tirare dentro
all’affare anche l’altro sindaco... un bravo ragasso!
Così Timmy fu
contattato da una schiera di avvocati, accompagnati da portaborse con la giacca
rigonfia sotto l’ascella. Se avesse venduto il terreno avrebbe avuto la direzione del “Club
Esclusivo” e sarebbe stato l’attrazione principale come Trainer della “Scuola
di Surf del campione Timmy”, avrebbe potuto conoscere maialette di razza, e
pranzare con lupi di grido, nessuno avrebbe mai fatto salami con le sue carni!
Parola di Ezechiele! Altrimenti....... Tim, Tim, ..prosciuttin...!
Come rinunciare ad
una tanto gentile e “succosa” proposta?
Timmy pensò di
consultarsi con i fratelli, ma una graziosa porcellina, infilatasi “per caso”
nella sua vasca idromassaggio, lo convinse a capitolare velocemente, e Timmy
divenne la testa di legno di Ezechiele nella gestione del “SuperSurf Club”,
mantenendo la sua casa come reception del villaggio, composto da bungalow
immersi nella pineta, con spiaggia privatissima fornita di idromassaggio con
acqua marina, e massaggiatori e massaggiatrici bravissimi e disponibilissimi, nonché
prezzi da almeno tre zeri in euro!
Ma un’altra
situazione stimolava la fantasia e l’orgoglio di Ezechiele, e si trattava della
piccola proprietà di Tommy che, guarda caso, era confinante con le proprietà di
due cari amici del lupo, che si erano messi in testa di fare un’azienda
agrituristica, ma quel porcellino che divideva le loro terre mandava a monte i
loro progetti.
Non fosse mai! Due amici fraterni che potevano
diventare ricchi e non ci riuscivano a causa di un innocuo maiale? Come si usa
dire.. “ o ci vendi la terra , o facciamo SALAMI!”.
Ma così non sempre si
ottiene quello che si desidera.
Ed allora si può
offrire la direzione dell’ “agriturismo del maialino rosa”, con servizio di Bed
and Breakfast, e per il resto ci pensavano gli altri, naturalmente la casa di
paglia sarebbe stata ampliata con l’aggiunta di almeno altre cinque stanze con
servizi adeguati, ed una cucina con tutte le comodità, compresa una cuoca più
brava di quella del club sulla spiaggia.
A Tommy, che in fondo
non gradiva di essere oggetto di minacce, e che dopotutto voleva solo
spassarsela con le sue amichette, un agriturismo avrebbe fornito tutta la
varietà possibile, (poi un direttore ci smicia
mica di poco!), così non ci pensò che pochi istanti e firmò un contratto bicentenario per l’uso della sua
casa come suggerito dai due emissari del lupo.
All’inizio ci fu un po’
di confusione per i lavori, ma poi non fu certo scontento nel vedere che il
giro di ospiti offriva vantaggi sia economici che in natura!
Jimmy ad ogni novità
scuoteva la testa e si ripeteva che la vita era loro, che erano ormai grandi,
che lui aveva fatto anche troppo, e poi ormai aveva famiglia, che cosa poteva
fare se quegli sconsiderati non avevano la testa sulle spalle come lui, e si
lasciavano affascinare da quel venditore di illusioni, la cui caratteristica
più spiccata era quella di mentire a proprio vantaggio, fino a convincere la
maggior parte dei suoi conoscenti di
essere assolutamente onesto e, per di più, anche perseguitato dai comunisti invidiosi e
malvagi!
Così passava le
giornate dividendosi tra i lavori della stalla e dell’orto, e il rinforzo delle
pareti della sua amata casetta.
La vittoria del lupo Lele, per essere completa, mancava solo della proprietà di Jimmy.
La banda iniziò a
tastare il terreno, con la prospettiva di un allevamento di bovini da latte
d.o.c. ed annessa produzione di formaggi
di qualità selezionata per la vendita solo nelle “boutiques du fromage”
in coppia con vini d.o.p. oppure d.s.p.q.r
(decisamente solo per qualche riccone) prodotti nelle cantine del gruppo
“anche” con l’uva (tanto chi se ne sarebbe mai accorto! Il marchio fa la
qualità!). L’azienda agricola “La bella Rosa” avrebbe avuto tutte le
caratteristiche per finire nello spot del “Cielo azzurro” come simbolo di
purezza della catena di produzioni alimentari facente capo alla solita
combriccola.
Dapprima gli inviti
furono cortesi, melliflui, caldamente solleciti e adeguatamente remunerativi,
poi sempre più pressanti e sottilmente allusivi nei confronti delle salumerie
della catena.
Ma il destino ha le
sue strade imprevedibili, e, mentre la trattativa era ancora in corso, dopo un
inverno né troppo freddo, né troppo caldo,
venne un’estate talmente piovosa che tutta la campagna ne fu allagata, i
raccolti andarono persi, di turisti manco l’ombra, e Tommy dovette essere
salvato da una motobarca dei pompieri, mentre stava abbarbicato al ramo più
alto del ciliegio che cresceva da anni (per fortuna) dietro al pagliaio.
Per Timmy fu ancor
peggio, infatti una mareggiata, figlia di una leggera scossa tellurica con
epicentro al largo della costa, che nessuno poteva prevedere, portò via
bungalow, baracche, sdraio ed ombrelloni, e, per poco, non fece affogare anche
lui, che si salvò solo perchè si era legato ad un canotto che il vento trascinò
fino a cinque Km dalla costa , ma verso l’interno, tanto era tutto allagato!
Così Ezechiele si
ritrovò con tanti danni che nemmeno le abbondanti sovvenzioni statali che
sicuramente avrebbe ottenuto sarebbero state sufficienti a coprire, e con un
terreno che non avrebbe dato frutti per almeno tre anni, e con tanti dipendenti
che, perso il lavoro, chiedevano di essere pagati almeno per il periodo
precedente.
Ma Lele i conti li
sapeva fare e l’unica soluzione era di prendere i soldi, ricostruire solo le
case, e lottizzare il tutto rivendendolo sul mercato dopo qualche anno, quando
l’evento fosse dimenticato e ...chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato!
Timmy e Tommy, a quel
punto non poterono far altro che, con la coda fra le gambe, tornare da Jimmy,
che, fatta loro la giusta ramanzina, li assunse come stallieri, e, nel
tempo, fu per loro un padrone
inflessibile, ma giusto, come il suo gran cuore gli suggeriva, e li aiutò a
ricominciare tutto da capo dando loro
una piccola casa in affitto, e spingendoli a trovare una brava scrofetta che
dividesse con loro un’esistenza serena!
.................. Finita la storia ..................finita la pappa!..........
Ed ora andiamo a cercare il gatto... vedrai che è nascosto sotto il cespuglio
del giardino......
Bella metafora. Però, dichiaro subito che gli inconsapevoli attori di questa storia, vestono immeritatamente panni non loro. Questo significa che rispetto loro come porci, maiali, scrofe, lupi e iene e disprezzo quella vasta umanità che vive a loro somiglianza!!!!
RispondiEliminaCiao Anna. In effetti la nostra sembra proprio diventata un'esistenza dove la solidarietà è bandita e non si pensa o costruisce più per il futuro, complice quella politica incapace di programmare se non nell'immediato, sempre in emergenza e pure malamente. La gente vive alla giornata, egoisticamente e senza alcuna visione di un futuro da costruire per se stessi ma, soprattutto, per le generazioni a venire.
Coloro che rappresenteranno, appunto, le generazioni future sono anche peggio. Si prospetta per loro un futuro da schiavi e non muovono un dito, se non quello perennemente attaccato ad un iPhone o ad un tablet.
Sai che ti dico? Mi ritengo fortunato ad essere vissuto in un'altra epoca. Non avrei mai immaginato di dover ammettere questo, un giorno. Eppure è così. Il futuro non sarà affatto roseo ma per "loro", nati nel buio di questa società, sarà anche peggio.
Ciao Anna. Siamo arrivati anche a questo appuntamento e, manco a farlo apposta, come l'agosto che precedette l'uscita da Palazzo Chigi del Padre Frodatore della Patria e l'arrivo di Monti, non è affatto un momento tranquillo. Comunque, ti auguro di passare serenamente questo ferragosto e a presto. Ciao.
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