Visualizzazioni

17 luglio 2014

LE MIE FAVOLE

I TRE PORCELLINI NEGLI ANNI 2000

L’inverno era ormai passato e quel mattino il sole primaverile entrava libero nella cucina della casa dalla porta-finestra spalancata riscaldando l’aria piena dei profumi delle vivande appena cotte, aggiungendo ad essi il classico odore di sole, così morbido e pieno da fondersi perfettamente con quello del cibo.
Nella luce della finestra un seggiolone bianco e rosso coccolava una bimba bruna, dagli occhi un pochino a mandorla, con al collo una bavaglia a collare bianca e verde, e tra le mani un cucchiaio che luccicava nel sole.
“Adesso la mamma ti da la pappa, e ti racconta la favola dei porcellini ranocchietta mia!”


Allora.........   C’erano una volta  Tre Porcellini che si chiamavano Timmy, Tommy e Jimmy , che vivevano in una terra lontana, dove ci sono tanti porcellini, porcelloni e semplici porci!  Poi ci sono anche tante vacche, orsi, lupi e così via.
In quella terra gli animali hanno imparato dagli uomini a parlare e a comportarsi come loro.
I tre porcellini vivevano insieme, perchè erano fratelli, ma non andavano d’accordo, litigavano sempre come  te e tuo cugino.
Timmy voleva sempre guardare la televisione e non permetteva a nessuno di usare il telecomando, Tommy portava sempre via i giochi dei fratelli e poi li lasciava in giro, così la mamma sgridava gli altri per colpa sua, Jimmy era il più grande, il più serio, e non sopportava il disordine nella sua stanzetta, ma la doveva dividere con gli altri due disordinati, non ce la faceva proprio più!
Così un giorno, stanco di tutto questo, fu proprio Jimmy che propose ai fratelli di costruire ognuno una casetta ed andare ad abitare da soli, in questo modo tutte le lotte sarebbero finite!
OH! Yesss! Disse Timmy, che adorava il Surf e aveva sempre pensato ad una bella casetta sulla spiaggia per andare sulle onde anche quando non c’era vacanza!
Tommy, invece, adorava la campagna e non vedeva l’ora di starsene sdraiato giorno e notte dentro ad un pagliaio, per sentire l’odore della paglia e del fieno, e dell’erba bagnata. Era un’idea meravigliosa quella di dividersi, tanto i genitori se ne erano andati via, vivevano con due nuovi compagni, la madre, al nord, viveva con un verro grosso al doppio del papà, con un muso da porco che sprècati!, ma chissà se sarebbe durata, visto che aveva due cosce da prosciutto che facevano impazzire!
Il Papà se la faceva a Tahiti con una scrofetta mezzo sangue,  che aveva la stessa età di Jimmy, e che gli prosciugava tutte le energie tanto che ormai non era più adatto nemmeno a fare salami!
Anche Tommy era dunque d’accordo!
Jimmy avrebbe potuto restare nella stalla dove erano nati, gli altri due pretendevano solo il danaro per comperare un fazzoletto di terra e il materiale da costruzione per la baracca e il pagliaio. I risparmi fatti dal fratello maggiore erano sufficienti a soddisfare le richiesta dei due minori, quindi tutti tre si misero alla ricerca del posto adatto.
La pianura in cui vivevano aveva da una parte il mare e dall’altra delle splendide colline, sulle quali era stata costruita la stalla. La strada, che scendeva a valle, aveva la stessa forma della coda di Jimmy, e passava tra campi seminati a grano ed a mais, alternati a boschetti di pioppi e betulle.
Tommy scelse una piccola radura ai margini di un boschetto, poco lontano dalla strada, così non avrebbe avuto difficoltà a raggiungere i fratelli, in caso di necessità.  Il terreno era in vendita perchè il precedente padrone si doveva trasferire in Francia, dove aveva ereditato una fattoria con vigneto e cantina produttrice di champagne doc. Che c.. !  (pardon), fortuna per lui!  D’altronde era uno che, figlio di immigrati bretoni,  per tanti anni aveva tirato la cinghia per farsi quel po’ di terra, prima della fortuna, quindi nessuna invidia! Felici per lui e per Tommy!
I fratelli cominciarono a progettare e costruire un bel pagliaio, piano terra con pareti laterali in tavole di legno e fascine di paglia, scala interna in legno e piano rialzato in fascine, con tetto a cono, tutto in paglia scelta, trattata antipioggia, con un’ampia apertura davanti, per poter guardare il cielo. Tavolo sedie, letto, armadio, tutto di paglia di prima scelta, profumata all’essenza di fieno! Una vera sciccheria!   Perfino le tende erano state tessute a mano con fili di paglia di Firenze. Le ragazze sarebbero state felici di visitare ( si fa per dire) quel meraviglioso luogo, per rotolarsi nella paglia profumata! Poi, come non plus ultra, c’era una stanza da bagno con una vasca piena di fanghi curativi, ed una doccia di polvere antiparassitaria al profumo di campagna in fiore!
I Lavori furono lunghi e faticosi, perchè Jimmy era un perfezionista, ed i fratelli non si sprecavano certo, quindi il più era sulle spalle dell’unico dotato di buon senso. Aveva provato a far capire a Tommy che forse una base in muratura e cemento armato avrebbe reso il tutto più stabile e sicuro, ed un tetto in tegole avrebbe riparato meglio  specie durante l’inverno, ma chi lo ascoltava? Non certo quella testa calda di Tommy, che sognava solo di rotolarsi nella paglia con la sua ultima fiamma! Ed allora ...sia fatta la volontà dello stolto!
Finito il pagliaio, e naturalmente inauguratolo con una festa adeguatamente sgangherata, e fuori dai canoni, ( la musica a tutto volume aveva fatto scappare una famiglia di puzzole che aveva la tana a cinque chilometri di distanza!), i tre fratelli partirono per cercare il terreno su cui costruire la casa per Timmy.
La via principale costeggiava una spiaggia poco frequentata, lunga dieci Km, il cui arenile era soggetto a divieto di edificazione, ad esclusione di un’ area di soli due Km quadrati, posta al confine tra due comuni vicini, che litigavano di continuo per il possesso di quel territorio finendo per non concedere autorizzazioni all’edificazione per tanto tempo che .. alla fine non le chiedeva più nessuno.
Jimmy, che conosceva bene la storia, passò in entrambi i comuni, chiese l’autorizzazione all’edificazione di una semplice baracca, (tre camere, salone, doppi servizi, cucina abitabile e box auto), facendo capire all’impiegato che nell’ALTRO comune gli era stato detto che quel LORO territorio era inedificabile, che però lui era sicuro fosse loro, e così gli avevano detto che il terreno era di loro pertinenza e poteva chiedere l’autorizzazione!
Entrambi i sindaci firmarono la concessione, solo per dispetto all’altro e per affermare, con la loro firma, il possesso della terra.  Insomma, tutto il mondo è paese, e tra i litiganti il porcellino gode come un maiale!
Così, carte alla mano, iniziarono i lavori di edificazione della baracca-villetta ad un piano, con accesso diretto al mare!
Legno di prima scelta, pavimenti in parquet, accessori bagno della Maial-Signori con vasca  ad idromassaggio salino-fangoso ed asciugatura tramite lampade solari a raggi-vino (quelli uva li usano solo i maiali di seconda classe!). Naturalmente anche questa casa fu fatta senza murature, perchè ci voleva troppo  tempo per fare delle fondamenta decenti, e la stagione del Surf si avvicinava.
All’inaugurazione furono invitati i due sindaci che, sbronzi come due maiali, si scambiarono solo bicchieri di vino, rum, tequila, amaretto di Saronno, limoncello, e grappa,  e  finirono a dormire sulla spiaggia abbracciati come amanti, dopo aver vomitato anche il pertugio finale dell’intestino. E, da allora, furono amici per la pelle.
Così ogni fratello ebbe ciò che voleva, e l’estate benedì con sole e belle maialine l’esistenza dei tre porcellini, Timmy, divenne il più quotato surfista della zona, ricercato dalle “ragazze” come un topolino da un branco di gatti affamati.
Tommy si fidanzò ogni sera nella paglia, regalando sogni e numeri al lotto (10= Maiale, 32=Traditore, 27=Cretina, 9=Gravidanza, 80=Tragedia) che uscirono ben tre volte in un mese.
Quando furono terminati gli impegni con i fratelli, Jimmy, rinforzò le fondamenta in muratura della vecchia stalla, con l’aggiunta di pilastri in cemento armato sotto la soletta del pianterreno, imbiancò tutte le pareti e, riarredate le camere dei fratelli, si dichiarò alla Rosa, la porcellina che amava da sempre, e convolò con lei a giuste nozze.
Ma il destino non sempre è benevolo con chi si fa gli affari propri e...
Nella zona viveva un lupo di nome Ezechiele, Lele per gli amici, un tipo ben conosciuto nella zona, infatti possedeva le stazioni radio dei due comuni sopradetti, aveva costruito un paio di quartieri nelle vicinanze delle città, aveva fatto urbanizzare tutta la fascia compresa tra la città e i quartieri a spese dei comuni, aveva messo suo fratello a capo delle più importanti compagnie commerciali della zona, e suo cognato , uno strano individuo con la lingua saettante e biforcuta anche se appartenente alla specie dei lupi, gli parava le terga con adeguate teste di legno e con piuttosto costoso proselitismo ad ogni livello.
Anche a livello politico era ben legato con cani e porci, per avere da ogni parte le migliori occasioni per il proprio vantaggio. Molti ammiravano la sua innata capacità di manovrare le situazioni in modo da averne il tornaconto migliore, ma si trattava solo di incroci genetici, che della specie dei lupi avevano poco, generalmente rimanevano loro solo le zanne , che però si cariavano inevitabilmente con facilità, e il pelo dentro allo stomaco, che serviva a poco visto che non riuscivano mai a saziare il loro appetito avendo i lupi il monopolio della cacciagione.
Ezechiele aveva sposato, in prime nozze, una lupa, conosciuta quando aveva ancora poco danaro, anzi, giocava a comprare cose senza danaro e rivenderle prima di averle pagate, spuntando un prezzo maggiore, in contanti, con cui sanava il debito precedente. Una situazione ad alto rischio, che non sempre andava dritta, ma da cui egli riusciva ad uscire grazie alle “amicizie” che aveva.
Da questa Lupa aveva avuti più figli, ai quali aveva insegnato il gioco del “quello che dico io è vangelo, altrimenti fuori o ti sbrano”. E la famiglia crebbe sana forte , ma non felice, infatti Lele si era invaghito, dopo pochi anni, di una lupetta smorfiosa, che girava per i set cinematografici, non molto colta, ma molto sviluppata nelle parti giuste, così, dopo un divorzio, convolò con lei a giuste nozze, e ci fece altri cuccioli che, tra scuole private e relazioni con altri lupi con la puzza sotto il naso, crebbero talmente presuntuosi da debuttare in società come lupi con il pedigree.
Pensare che ci fosse nella contea qualcosa che Ezechiele non potesse dire suo, era quasi un’offesa alla morale! Cose da maiali comunisti!
“....Quelli vogliono tutto loro! Non vorrebbero che avessi il possesso di tutte le radio e televisioni della zona, non parliamo dei giornali poi, loro dicono che son tutti miei ed invece ne hanno uno anche loro! E su quello dicono male di me!”
diceva.
Era legato a doppio filo con i politici del partito dei falchi, che si decoloravano le penne per sembrare colombe, ma non sempre riuscivano a nascondere gli artigli, anche se facevano tutti i giorni i gargarismi col miele per addolcire le loro voci.
Un giorno, passando con lo Yacht davanti alla spiaggia, aveva osservato la baracca di Timmy, ed aveva pensato che su quella spiaggia avrebbe potuto farci un bel villaggio turistico, con piscina, campi da tennis e ristorante a sei stelle, molto esclusivo, così s’informò dal sindaco,suo compaesano e del partito dei falchi, in merito alla proprietà.
“ Lo convinco io a vendere! Poi ti do la percentuale e per il comune sarà un trampolino di lancio!” disse al Sindaco del primo comune, che gli suggerì di tirare dentro all’affare anche l’altro sindaco... un bravo ragasso!
Così Timmy fu contattato da una schiera di avvocati, accompagnati da portaborse con la giacca rigonfia sotto l’ascella. Se avesse venduto il terreno  avrebbe avuto la direzione del “Club Esclusivo” e sarebbe stato l’attrazione principale come Trainer della “Scuola di Surf del campione Timmy”, avrebbe potuto conoscere maialette di razza, e pranzare con lupi di grido, nessuno avrebbe mai fatto salami con le sue carni! Parola di Ezechiele! Altrimenti....... Tim, Tim, ..prosciuttin...!
Come rinunciare ad una tanto gentile e “succosa” proposta?
Timmy pensò di consultarsi con i fratelli, ma una graziosa porcellina, infilatasi “per caso” nella sua vasca idromassaggio, lo convinse a capitolare velocemente, e Timmy divenne la testa di legno di Ezechiele nella gestione del “SuperSurf Club”, mantenendo la sua casa come reception del villaggio, composto da bungalow immersi nella pineta, con spiaggia privatissima fornita di idromassaggio con acqua marina, e massaggiatori e massaggiatrici bravissimi e disponibilissimi, nonché prezzi da almeno tre zeri  in euro!
Ma un’altra situazione stimolava la fantasia e l’orgoglio di Ezechiele, e si trattava della piccola proprietà di Tommy che, guarda caso, era confinante con le proprietà di due cari amici del lupo, che si erano messi in testa di fare un’azienda agrituristica, ma quel porcellino che divideva le loro terre mandava a monte i loro progetti.
Non  fosse mai! Due amici fraterni che potevano diventare ricchi e non ci riuscivano a causa di un innocuo maiale? Come si usa dire.. “ o ci vendi la terra , o facciamo SALAMI!”.
Ma così non sempre si ottiene quello che si desidera.
Ed allora si può offrire la direzione dell’ “agriturismo del maialino rosa”, con servizio di Bed and Breakfast, e per il resto ci pensavano gli altri, naturalmente la casa di paglia sarebbe stata ampliata con l’aggiunta di almeno altre cinque stanze con servizi adeguati, ed una cucina con tutte le comodità, compresa una cuoca più brava di quella del club sulla spiaggia.
A Tommy, che in fondo non gradiva di essere oggetto di minacce, e che dopotutto voleva solo spassarsela con le sue amichette, un agriturismo avrebbe fornito tutta la varietà possibile, (poi un direttore ci smicia  mica di poco!), così non ci pensò che pochi istanti e firmò  un contratto bicentenario per l’uso della sua casa come suggerito dai due emissari del lupo.
All’inizio ci fu un po’ di confusione per i lavori, ma poi non fu certo scontento nel vedere che il giro di ospiti offriva vantaggi sia economici che in natura!
Jimmy ad ogni novità scuoteva la testa e si ripeteva che la vita era loro, che erano ormai grandi, che lui aveva fatto anche troppo, e poi ormai aveva famiglia, che cosa poteva fare se quegli sconsiderati non avevano la testa sulle spalle come lui, e si lasciavano affascinare da quel venditore di illusioni, la cui caratteristica più spiccata era quella di mentire a proprio vantaggio, fino a convincere la maggior parte dei suoi conoscenti  di essere assolutamente onesto e, per di più, anche  perseguitato dai comunisti invidiosi e malvagi!
Così passava le giornate dividendosi tra i lavori della stalla e dell’orto, e il rinforzo delle pareti della sua amata casetta.
La vittoria  del lupo Lele, per essere completa,  mancava solo della proprietà di Jimmy.
La banda iniziò a tastare il terreno, con la prospettiva di un allevamento di bovini da latte d.o.c. ed annessa produzione di formaggi  di qualità selezionata per la vendita solo nelle “boutiques du fromage” in coppia con vini d.o.p. oppure d.s.p.q.r  (decisamente solo per qualche riccone) prodotti nelle cantine del gruppo “anche” con l’uva (tanto chi se ne sarebbe mai accorto! Il marchio fa la qualità!). L’azienda agricola “La bella Rosa” avrebbe avuto tutte le caratteristiche per finire nello spot del “Cielo azzurro” come simbolo di purezza della catena di produzioni alimentari facente capo alla solita combriccola.
Dapprima gli inviti furono cortesi, melliflui, caldamente solleciti e adeguatamente remunerativi, poi sempre più pressanti e sottilmente allusivi nei confronti delle salumerie della catena.
Ma il destino ha le sue strade imprevedibili, e, mentre la trattativa era ancora in corso, dopo un inverno né troppo freddo, né troppo caldo,  venne un’estate talmente piovosa che tutta la campagna ne fu allagata, i raccolti andarono persi, di turisti manco l’ombra, e Tommy dovette essere salvato da una motobarca dei pompieri, mentre stava abbarbicato al ramo più alto del ciliegio che cresceva da anni (per fortuna) dietro al pagliaio.
Per Timmy fu ancor peggio, infatti una mareggiata, figlia di una leggera scossa tellurica con epicentro al largo della costa, che nessuno poteva prevedere, portò via bungalow, baracche, sdraio ed ombrelloni, e, per poco, non fece affogare anche lui, che si salvò solo perchè si era legato ad un canotto che il vento trascinò fino a cinque Km dalla costa , ma verso l’interno, tanto era tutto allagato!
Così Ezechiele si ritrovò con tanti danni che nemmeno le abbondanti sovvenzioni statali che sicuramente avrebbe ottenuto sarebbero state sufficienti a coprire, e con un terreno che non avrebbe dato frutti per almeno tre anni, e con tanti dipendenti che, perso il lavoro, chiedevano di essere pagati almeno per il periodo precedente.
Ma Lele i conti li sapeva fare e l’unica soluzione era di prendere i soldi, ricostruire solo le case, e lottizzare il tutto rivendendolo sul mercato dopo qualche anno, quando l’evento fosse dimenticato e ...chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato!
Timmy e Tommy, a quel punto non poterono far altro che, con la coda fra le gambe, tornare da Jimmy, che, fatta loro la giusta ramanzina, li assunse come stallieri, e, nel tempo,  fu per loro un padrone inflessibile, ma giusto, come il suo gran cuore gli suggeriva, e li aiutò a ricominciare tutto da capo dando  loro una piccola casa in affitto, e spingendoli a trovare una brava scrofetta che dividesse con loro un’esistenza serena!
.................. Finita la storia  ..................finita la pappa!.......... Ed ora andiamo a cercare il gatto... vedrai che è nascosto sotto il cespuglio del giardino......

2 commenti:

  1. Bella metafora. Però, dichiaro subito che gli inconsapevoli attori di questa storia, vestono immeritatamente panni non loro. Questo significa che rispetto loro come porci, maiali, scrofe, lupi e iene e disprezzo quella vasta umanità che vive a loro somiglianza!!!!

    Ciao Anna. In effetti la nostra sembra proprio diventata un'esistenza dove la solidarietà è bandita e non si pensa o costruisce più per il futuro, complice quella politica incapace di programmare se non nell'immediato, sempre in emergenza e pure malamente. La gente vive alla giornata, egoisticamente e senza alcuna visione di un futuro da costruire per se stessi ma, soprattutto, per le generazioni a venire.

    Coloro che rappresenteranno, appunto, le generazioni future sono anche peggio. Si prospetta per loro un futuro da schiavi e non muovono un dito, se non quello perennemente attaccato ad un iPhone o ad un tablet.

    Sai che ti dico? Mi ritengo fortunato ad essere vissuto in un'altra epoca. Non avrei mai immaginato di dover ammettere questo, un giorno. Eppure è così. Il futuro non sarà affatto roseo ma per "loro", nati nel buio di questa società, sarà anche peggio.

    RispondiElimina
  2. Ciao Anna. Siamo arrivati anche a questo appuntamento e, manco a farlo apposta, come l'agosto che precedette l'uscita da Palazzo Chigi del Padre Frodatore della Patria e l'arrivo di Monti, non è affatto un momento tranquillo. Comunque, ti auguro di passare serenamente questo ferragosto e a presto. Ciao.

    RispondiElimina

Sarò felice di ricambiare la visita se me lo concederete.