Cronaca di un giorno di dieci anni fa...
Li chiamano Eventi….
Giornata uggiosa. Sono sveglia dalle sei, ma non vorrei mai
scendere dal letto, specialmente quest’oggi, il giorno del Convegno di Matematica. Ieri ho
lottato tutto il dì con la mia capacità intellettuale (decisamente inadeguata
per la situazione) per prevedere ogni
cosa, e far in modo che tutto sia al posto giusto, conscia che comunque dovrò
affrontare mille imprevisti.
‘Che almeno le cose prevedibili siano pronte!
Sono le otto meno cinque, ovviamente sono in ritardo, avrei
voluto essere a scuola alle sette e tre quarti. Ho lottato strenuamente contro
i miei capelli (lunghissimi e mezzi ricci), con l’abito (non scivolava
adeguatamente, o, per meglio dire, si era attorcigliato in modo inusitato), con
il cane, (che poverino voleva pisciottare qua e là con calma nel giardino,
mentre io dovevo uscire con l’automobile).
I ragazzi stanno arrivando a frotte, tranquillamente, mentre
scendo dalla macchina davanti alla scuola.
Entro con passo frettoloso, e la bidella mi assale con
un “Finalmente!! Una Signora è qui dalle
sette e mezza. E’ una di quelli che parlano, e vuole vedere se è tutto pronto”.
“Va bene Teresa, ora me ne occupo io.”
Sto per entrare nella mia stanza per posare il cappotto,
quando sono letteralmente investita da un collega furioso, che mi urla in
faccia :
- “ Come ti sei permessa di far entrare la mia classe più
tardi! Chi te lo ha detto di farlo!”
La collega, che collabora con me, ha gli occhi a palla, è
arrabbiata, ed aggiunge :
- ” Eccola, finalmente sei arrivata, è stata lei a dirmelo, figurati se avrei
preso io un’iniziativa del genere! Questo sta strillando con me…….”
-“ Hai dato l’adesione al Convegno e quindi ti ho lasciato
libero da impegni, come ho fatto con gli altri!”
- “Ma io partecipavo solo dalla terza ora! Chi ti ha
autorizzato! Come ti sei permessa!”
- “Mi è stato dato, dalla collega che raccoglieva le
adesioni, il tuo nome insieme agli altri,
ed io ho organizzato le cose in modo da
favorire la tua a scelta. Nessuno mi ha detto che avresti partecipato solo
dalla terza ora.”
L’energumeno con la solita arroganza, perché purtroppo non è
la prima volta che mi capita di discutere con lui, si avvicina urlandomi in faccia :
-“Allora cerchiamo la collega, e vediamo un poco se…….”
-“Se continui con questo tono ci vediamo in tribunale, perché ti denuncio!”
Dico, con un tono di voce quasi baritonale per la rabbia repressa, scansandolo dalla porta ed entrando nella
vicepresidenza, vibrante di collera, per posare la borsa.
Dei ragazzi, quelli che avevo designato per l’accoglienza
dei convegnisti, mi attorniano chiedendomi istruzioni e chiarimenti, e la
collega, dietro alla scrivania, continua ad organizzare le sostituzioni.
L’energumeno non smette di sbraitare, chiedendomi chi mi dà
l’autorità per fare certe cose. Lo
sciocco non si rende conto di far la figura che merita, visto che “certe
scelte” mi sono autorizzate dalla stessa funzione che svolgo, senza voler
scomodare il fatto che il Dirigente mi ha dato carta bianca per l’occasione,
troppo importante per il prestigio della scuola.
Appendo il cappotto all’appendiabiti e, girandomi, sbatto
contro la faccia irritante ed irritata del personaggio in questione.
Aspiro a
fondo per dominare i miei istinti, conto a bassa voce fino a cinque, mentre il
campione d’arroganza e presunzione continua nella sua sceneggiata, quindi, con la fredda razionalità che
situazioni particolari richiedono, stringo il suo gomito con una mano,
accompagnandolo con autorità verso la porta, ringhiando (letteralmente):
-
“Fuori da questa stanza! Ti ho detto di uscire dalla stanza, ‘che devo fare
altro che ascoltare te!”
Chiudo la porta senza sbatterla, con un miracolo di
self-control, poi mi giro verso gli allievi che assistevano impauriti alla
scena, essendo note le mie doti
animalesche nella rabbia più pura, perplessi dal mio autocontrollo, dicendo :
- ” Allora, è qui tutto preparato, dovete…….” Poi mostro loro le mani che
tremano, quasi per scusarmi non so bene di cosa….
Comincia una giostra di ordini, spiegazioni, richieste,
controlli, passi veloci da un posto all’altro, perché tutto parta
adeguatamente.
…..Chiamare il tecnico per caricare il file sul PC della sala
riunioni.
……Salutare le colleghe-amiche provenienti da altre scuole…
…..
Sollecitare i ragazzi all’accoglienza
delle persone che arrivavano, coadiuvata dal personale della scuola…
……
Mandare in classe, ringhiando affettuosamente, i ritardatari…
……. Calmare
borbottii dovuti a pretesi disservizi, rimandando quello che non è urgente,
ed abbaiando contro i soliti ragazzini
curiosi che volevano spiare gli arrivi……..
Nel frattempo osservo il professore
arrabbiato che parla concitatamente con la collega che risponde per le rime..
Se avessi avuto il dono della stregoneria, credo che “qualcuno” non sarebbe
riuscito a raggiungere il bagno prima di rilasciare le sue scorie!
Lentamente ogni tessera raggiunge la sua posizione, ed il
puzzle inizia a mostrare la sua trama.
Arrivano le personalità che attendevamo,
arrivano i relatori, che avevo incontrato la sera precedente, arrivano alla
spicciolata molte persone non
preventivamente iscritte, arrivano le parole e gli applausi, mentre la vecchia
macchina, rilucidata a nuovo, con quell'orgoglio delle vecchie carrette, ormai
misconosciuto alle nuove produzioni rilucenti di tecnologia, ma povere di spina
dorsale e di cuore, percorre silenziosamente il suo cammino a testa alta,
superando le difficoltà, con quella fantasia e quella forza che l’hanno fatta
arrivare, ancora efficiente, all'età della pensione.
Un Convegno di Matematica? Povero me, meno male che sono stato esentato. Ancora corro.
RispondiEliminaGrazie per la correzione, ma il "bus" mi era partito sotto il naso.
Un salutone,
aldo.
Faccio bene io, che da anni non frequento convegni. Per di più di Matematica...
RispondiEliminaRoba da compromettersi!
Ciao da Francesco