Il terremoto quando arriva sconvolge oltre alla terra anche quella vita che faticosamente vi è stata costruita sopra, distruggendo quel “tetto” faticosamente conquistato, e seppellendo quelle piccole cose con cui si rinnovano i ricordi d’ognuno, senza le quali sembra di non avere un passato.
Ricominciare daccapo è possibile in rapporto inversamente proporzionale all’età. Quando i ricordi son tanti, quando le “tue cose” son divenute importanti, quando un giorno dura quasi nulla in rapporto a tutti quelli vissuti, ricominciare è impossibile, e tutto diviene solo un “andare avanti” e basta.
Ascoltavo le parole dette da un qualcuno qualsiasi dei soliti “presenzialisti” del piccolo schermo, a scelta fra giornalisti e politici, e sentivo palpabile la falsità del loro cordoglio, l’assoluta vacuità delle loro parole, la sciacallagine pura fatta dono all’altare del presenzialismo.
Poi c’è stato il viraggio netto dei discorsi sull’affermazione “blasfema” riguardo al campionato di calcio, e lì la partecipazione è diventata vera, l’indignazione palese, il dibattito infocato.
A parte che l’affermazione era stata fatta a livello personale ed ipotetico, non istituzionale e programmatico, mi son chiesta il perché sia stata fatta, visto che non ritengo la persona in questione tipo da aprir bocca senza un fine predefinito.
Il volume delle voci sul secondo argomento offuscava quello sul primo, e l’attenzione ritornava puntata su di “un dito” invece che su quella luna piena di buchi vista da lontano piena nel cielo.
E dietro a quel dito continua l’ignobile manfrina dei “non eletti dal popolo” per mantenere i privilegi e continuare a depredare chi è a portata di ladrocinio perché non può opporsi al furto.
Non ho visto che un “moderato” correre al destinare i fondi che forse arriveranno o un dirottarli da altre iniziative, purchè non siano quelle legate al mondo dei privilegiati.
Non hanno capito nulla.
Lo sguardo diretto verso la parte pulita della società nelle ultime elezioni (con le dovute eccezioni) non ha suggerito di usare l’occasione per una virata netta nel senso dell’equità.
Così ci prendiamo tra capo e collo l’aumento delle accise sulla benzina, come quando ero giovane per il Vajont del ’63, per Firenze del ’66, per il Belice del ’68, per il Friuli del ’76, per l’Irpinia dell’1980,
(La vergogna delle tasse sulla benzina Tratto dal sito del Governo italiano ww.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed440/pdfbt31.pdf)
senza parlare dell’1,90 lire per l’Abissinia del 1935.
La Casta è incapace di rinunciare al suo danaro.
Sentir parlare di un presidente di provincia che si “regala” vacanze da centinaia di migliaia di euro mentre centinaia di migliaia di persone non riescono ad arrivare a fine mese mi fa salire la pressione.
Sentire disquisizioni dotte sul patrimonio artistico da ricostruire mentre migliaia di persone non hanno più casa mi fa pensare.
Si, pensare che l’arroganza dell’essere umano ancora una volta stabilisce la scala dei valori, decidendo che le persone possono avere pregio diverso a seconda del loro “potere contrattuale”, e che dunque possono essere discriminate anche rispetto alle cose, teorizzando un legame tra di loro che favorendo le seconde offra possibilità alle prime.
Se nel frattempo non son morte!
Penso che la distruzione delle chiese per il terremoto sia la metafora del momento.
Anche i simulacri di una fede che ha abbandonato i suoi stessi principi si sono sbriciolati alla reazione della terra che non premia o castiga, ma semplicemente “vive”.
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